Come e quando potare l’ulivo per una raccolta di olive ottimale

Apprendere come curare l’olivo e farlo nel modo giusto, seguendo suggerimenti e tempi appropriati, è essenziale se desideriamo raggiungere un notevole livello di produzione. La raccolta di olive, infatti, è non solo cruciale per l’economia agricola, ma può offrire anche grandi soddisfazioni se possediamo uno o più olivi. d dw dw wd wd w wdwd

Se la cura è fondamentale per quasi ogni tipo di albero da frutto, lo è ancor più per l’olivo, impostando il tutto su alcune tipologie di interventi che rispettano una tempistica logica e temporale (ovvero che deve essere eseguita in un periodo specifico dell’anno). Dopotutto, è una delle principali specie arboree indispensabili per prodotti di pregio come l’olio d’oliva. dw dw dw dw dw dwdw

E’ quindi importante sapere quando curare l’olivo, e come evitare di farlo in modo errato, situazione piuttosto comune. Anche dal punto di vista estetico non esiste un’unica modalità di intervento, ma in base a come abbiamo scelto di far crescere l’intera pianta, possiamo ideare una serie di operazioni note e differenziate. Quali sono? dw dw dw wd dw wd dw dw dw dw

La storia dell’olivo

Pochissimi alberi sono ritenuti così importanti per la produzione di cibo, mantenendosi essenzialmente come l’olivo, che ha probabili origini asiatiche, anche se da molti millenni cresce anche spontaneamente soprattutto in aree temperate come quelle mediterranee. Pur essendo una pianta sempreverde, necessita di condizioni particolari per fruttificare nei mesi successivi.

Se nelle giuste condizioni, un olivo di grandi dimensioni può essere estremamente longevo, con casi di alberi persino millenari, ed è un tipo di vegetale che, di fatto essendo sempreverde, resta sempre attivo, anche se durante l’inverno il metabolismo dell’olivo diminuisce notevolmente. Anche negli interventi non è semplicissimo per i principianti stabilire il momento giusto.

Esistono vari fattori, infatti, che possono determinare quando è il momento giusto, in primis l’età della pianta, in quanto l’intervento iniziale non serve a dare la giusta direzione produttiva, ma a formare esteticamente e in prospettiva futura quello che sarà l’albero vero e proprio. Questa si chiama cura di allevamento e va pensata in modo preciso in quanto “iniziale”.

Le tipologie di potatura

La cura di allevamento, infatti, viene intesa come quella iniziale che va mantenuta leggermente almeno fino ai primi 3 o 4 anni di vita, ed è un passaggio importante, in quanto costituisce, in base alla forma scelta, dei pro e dei contro. Ad esempio, l’intervento di formazione può essere a ombrello, oppure quella a vaso policonico.

La cura di mantenimento è sostanzialmente quella che caratterizza le operazioni di “ritocco” di una pianta ormai adulta per conservare una buona forma e una produzione di foglie e frutti adeguata. L’olivo è una pianta particolarmente sensibile ai cambiamenti di abitudine e anche l’intervento va eseguito con grande attenzione anche perché le sezioni sono sensibili tra loro.

Come vedremo più avanti, a pianta ormai cresciuta esistono poi vari periodi di tempo nei quali può essere necessario intervenire per stimolare la pianta a crescere bene, ma anche per mantenere un buon livello di protezione dalle malattie (ne esistono alcune anche molto pericolose che vanno assolutamente controllate, con delle analisi dei rami almeno una volta al mese).

Quando potare?

A pianta ormai cresciuta va eseguita una serie di interventi decisamente mirati, ma in periodi diversi dei 12 mesi, l’intervento a secco è quello che viene eseguito subito con la fine dell’autunno, quindi dalla 2° metà di ottobre fino a febbraio, quindi a poche settimane dalla primavera. Inoltre, vanno considerati interventi anche durante il periodo estivo.

La fase invernale è la più importante per generare un’operazione di rinnovamento della pianta, trovandosi questa durante una fase di riposo vegetativo, ma è anche per lo stesso motivo agire con molta accortezza in quanto la pianta non godrà della medesima dose di difese. In inverno si eliminano le parti improduttive, ma anche i rami secchi e spezzati, ricordando di non cimare mai completamente un ramo.

L’intervento estivo è maggiormente “leggero” e serve per eliminare una chioma troppo fitta oppure per curare leggermente le sezioni come i polloni e succhioni, anche se è bene non eliminarli indiscriminatamente, ma solo se questi sono davvero troppo sviluppati (vanno ad eliminare energia alla pianta, quindi riducendo la fruttificazione).

Consigli ed errori da non fare

Eseguire dei tagli molto netti, ma mai perpendicolari, sempre eseguiti con strumenti ben disinfettati, mantenendo un’inclinazione pari a circa 45 gradi, ed è molto importante applicare del cicatrizzante sulle parti tagliate per evitare la diffusione di agenti patogeni. Se abbiamo riscontrato alcune parti malate, non bisogna lasciare i resti nei pressi per evitare la contaminazione, ma smaltirli prima possibile.

Durante le operazioni di cura è molto importante distinguere i rami che hanno almeno più di un anno e che quindi saranno ancora produttivi da quelli ancora parzialmente verdi, quindi è una buona idea non tagliare tutti i rami indiscriminatamente di una zona, ma alternare.
Inoltre è bene ricordare che ogni sezione dell’olivo deve ricevere costantemente una corretta illuminazione.

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