Le castagnole, ovvero quei bocconcini fritti che si gustano quasi esclusivamente a Carnevale, sono una delizia, ma anche un po’ una sfida realizzarle a dovere. Perché ok, appaiono facili, però se sbagli qualcosa diventano tenaci, eccessivamente asciutte o ancor peggio, non si espandono bene e ti ritrovi con delle sferette più simili a ciottoli che a prelibatezze.
In sintesi, ci sono alcuni accorgimenti da conoscere se desideri ottenere quelle soavi, tenere internamente e friabili esternamente, che quando le assapori ti si fondono in bocca. Dunque, iniziamo dall’inizio. Gli elementi sono quelli consueti, ma attenzione che non è sufficiente solo unirli così, a caso. Occorre la corretta successione e il giusto modo di manipolarli.
Ti occorrono circa 200 grammi di farina, di tipo zero zero, altrimenti l’amalgama risulta troppo grezzo. Poi servono 45 grammi di burro, che deve essere ben malleabile, altrimenti non si incorpora bene. Ah, e la vaniglia, che incide notevolmente, ma quella autentica, il baccello, non la sostanza artificiale che sa di plastica.
Gli elementi per le castagnole
Poi serve il limone, ma solo la buccia. Non il succo, altrimenti l’amalgama si squilibra e ne esce un disastro. Due uova, 50 grammi di zucchero (anche se, se le preferisci più zuccherate, puoi aggiungerne un poco di più, tipo 60), un cucchiaio di distillato a scelta – io suggerirei rum, ma anche il limoncello non è male – e ovviamente il lievito per dolci.
Ne bastano 8 grammi, ma deve essere quello appropriato, perché se usi quello errato rischi che non si gonfino a sufficienza. La procedura sembra agevole, ma occhio ai particolari. Innanzitutto devi prendere il baccello di vaniglia, aprirlo e estrarre i semini. Li misceli con la scorza di limone e con il burro ammorbidito. Perché?
Boh, cioè lo so ma è una di quelle cose che fa la differenza, credimi. Poi in un’altra terrina metti farina e zucchero, e amalgami per bene. Devi setacciarli, altrimenti ti ritrovi i grumi nell’amalgama e poi è un guaio. A questo punto, metti nella terrina con la farina anche il lievito e le uova, ma attenzione: non montarle troppo.
Tutti i passaggi della ricetta
Devono essere solo un po’ unite, tipo mescolate giusto il minimo necessario, altrimenti l’amalgama diventa troppo fluido e non va bene. Poi aggiungi il burro con la vaniglia e il limone, e amalgami ancora. All’inizio usa un mestolo, poi quando l’amalgama comincia a farsi consistente, usa le mani. Eh sì, devi imbrattarti le mani se vuoi che vengano squisite.
Quando l’amalgama è ben omogeneo, devi farci una specie di sfera e lasciarla riposare. Ora, qui arriva un punto cruciale: quanto la devi lasciare lì? Dipende. Io direi mezz’ora, ma se fa freddo anche un po’ di più. Deve essere coperta, magari con un piatto sopra la terrina, così non si asciuga. Dopo il riposo, la prendi e la lavori su un piano infarinato, senza esagerare però, altrimenti l’amalgama diventa duro.
Lo stendi, lo tagli a frammenti e formi delle palline. La frittura è un altro punto critico. Se sbagli qui, getti via tutto. Serve olio di semi, io dico arachidi perché sopporta bene la temperatura. Deve essere sui 170 gradi, quindi se hai un termometro usalo, altrimenti fai la prova dello stuzzicadenti: lo immergi nell’olio, se fa le bollicine è pronto.
Come cuocere le castagnole
Poi immergi le castagnole poche alla volta, altrimenti la temperatura si abbassa e diventano intrise. Friggile per massimo 3 minuti, rigirandole ogni tanto, e poi scolale subito su carta assorbente. Non lasciarle troppo lì, perché se si raffreddano troppo in olio diventano molli. E ora arriva la parte più spassosa: lo zucchero a velo.
Non devi metterlo quando sono ancora incandescenti, altrimenti si scioglie e fa un pasticcio. Aspetta che siano tiepide e poi spolverale per bene. Ecco, se hai seguito tutti questi passaggi, dovresti avere delle castagnole soffici, profumate e per niente pesanti. Certo, poi dipende sempre da qualche piccolo dettaglio, tipo la qualità degli elementi, ma in generale così dovrebbero venire bene.
Ah, e non farle troppo grandi, perché poi cuociono male dentro. Ovviamente puoi personalizzarle un po’. Tipo, c’è chi dentro ci mette anche l’anice o chi usa lo zucchero granulare invece dello zucchero a velo sopra. Io le preferisco classiche, ma se vuoi sperimentare fai pure, alla fine sono dolci di Carnevale, devono essere gioiosi!
Riassumendo il tutto
Ah, e ultima cosa, importantissima: gustale fresche. Se le lasci lì troppo a lungo, il giorno dopo non sono più la stessa cosa. Certo, puoi provare a riscaldarle un po’, ma non è la stessa cosa. Meglio farle e mangiarle subito, così rimangono perfette. Insomma, sembrano semplici ma ci sono un sacco di piccoli dettagli che fanno la differenza.
In sintesi, fare le castagnole perfette sembra una bazzecola, ma in realtà ci sono un sacco di piccoli dettagli che fanno la differenza. Dall’amalgama che deve essere manipolato nel modo giusto, alla frittura che non tollera errori di temperatura, fino allo zucchero da mettere al momento giusto. Se segui tutti i passaggi con un po’ di attenzione, otterrai dei bocconcini teneri, soavi dentro e friabili fuori, ideali per il Carnevale.